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Inps, finisce l'era di Tito Boeri. Si tratta sul successore, verso la nomina di Mauro Nori - Rai News

Previdenza e nomine

Frena la Lega sull'ipotesi di tandem all'Inps con Mauro Nori presidente Inps e Pasquale Tridico,  vicepresidente. "Non c'è alcun accordo fatto, si decide lunedì", assicurano fonti del Carroccio al lavoro sul dossier nomine

 Ancora un weekend di trattative, l'accordo politico sul successore di Tito Boeri dovrebbe essere annunciato lunedi', secondo quanto riferiscono fonti politiche ma non e' escluso nemmeno un colpo di acceleratore nelle prossime ore.

Il nome di Mauro Nori
In un primo momento, era trapelata la notizia che la quadra fosse stata trovata su Mauro Nori come Commissario e poi Presidente, e Pasquale Tridico come suo vice. Lo stesso Nori ha pero' smentito, cosi' come il Sottosegretario agli Affari Regionali Stefano Buffagni (M5S). Sia come sia, nella 'rosa' dei nomi dei candidati alla guida dell'Istituto ci sono oltre Nori e Tridico, anche Alberto Brambilla in quota Lega.

Durigon, ancora non abbiamo deciso niente
"Ancora non abbiamo deciso niente": così il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon commenta le indiscrezioni secondo cui sarebbe stato trovato un accordo tra i 5S e la Lega per la successione di Tito Boeri, presidente dell'Inps, il cui mandato scade domani. Secondo indiscrezioni, Mauro Nori andrebbe a capo dell'istituto come presidente. 

Commissariamento prima della nomina
In attesa dell'operativita' dei nuovi organi, l'istituto dovra' essere commissariato: chi guidera' questa fase, dovrebbe essere nominato anche presidente. Si tratta di un ruolo importante, considerando il ruolo centrale dell'istituto nel momento di 'rodaggio' del reddito da cittadinanza e della quota 100.

Nori, Tridico o Brambilla
Dunque, a prendere il posto di Boeri potrebbe essere Pasquale Tridico, l'economista "padre" del reddito di cittadinanza e consigliere del vicepremier Luigi Di Maio, oppure Alberto Brambilla che e' stato Sottosegretario all'Economia in quota Lega e autore del programma del Carroccio sulle riforma della legge Fornero oppure Mauro Nori, ex direttore generale dell'Inps tra il 2010 e il 2015. Quell'anno passo' poi alla Corte dei Conti, proprio per dissapori con Boeri, e divento' consigliere dell'attuale ministro dell'Economia Giovanni Tria. Negli ambienti dell'Inps, non solo per la carica rivestita in passato, ma perche' fu lui a 'scoprire' gli effetti della legge Fornero e lo scandalo degli esodati. Secondo alcune fonti, sarebbe quindi lui il candidato di mediazione, anche se il Carroccio non sembra intenzionato a mollare la presa.

Nori: "Al momento non confermno nulla"
"Al momento non confermo nulla". Lo afferma Mauro Nori, interpellato dall'Agi, in merito alle indiscrezioni secondo cui sarebbe stato trovato l'accordo sul suo nome alla presidenza dell'Inps. 

Direttore generale tra il 2010 e il 2015
Nori, romano, classe 1961, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all'Universita' di Firenze. Attualmente e' consigliere del ministro dell'Economia Giovanni Tria. E' stato direttore generale dell'Inps dal 2010 al 2015, subito prima dell'arrivo di Boeri. Precedentemente ha ricoperto l'incarico di direttore generale facente funzioni dal 1 novembre al 31 dicembre 2009 e quello di dirigente generale vicario dal dicembre 2008. E' anche stato amministratore delegato di Italia Previdenza, Societa' Italiana di Servizi per la Previdenza Integrativa. E' inoltre docente presso il Master di specializzazione del diritto e della Previdenza Sociale dell'Universita' La Sapienza.

Le ultime ore di Tito Boeri alla guida
Quello che e' certo e' che ha resistito fino all'ultimo, Tito Boeri, perche' sul fatto che restasse presidente fino alla fine del suo mandato - che scade formalmente alla mezzanotte di stasera - pochi ci avevano scommesso. Ed invece, il Governo ha preferito non sollevare un polverone prima della scadenza, aspettando quella naturale, per poi avviare la riforma della governance dell'Inps, ripristinando il cda con 5 membri. Boeri, nominato dall'allora premier Matteo Renzi, e' cosi' 'sopravvissuto' ad un anno di incarico non facile, riuscendo a non dimettersi e a schivare alla fine un fuoco incrociato politico, con gli attacchi dei due vicepremier, il grillino Luigi Di Maio e il leghista Matteo Salvini.

La scorsa estate, Boeri era stato incolpato di essere la famosa "manina" all'interno dei palazzi che contano che avrebbe fornito stime per il decreto dignita' che prefiguravano una perdita di 8 mila posti di lavoro all'anno. Una notizia che aveva di fatto scatenato le ire di Di Maio, che aveva gridato appunto al complotto delle lobby. Poi Boeri aveva fatto scintille anche con Salvini avendo accennato ai migranti, come elemento decisivo per la sostenibilita' del sistema previdenziale: la qual cosa non era di certo stata gradita dal vicepremier.

Il Presidente dell'Inps non si e' pero' mai scomposto, e a chi gli chiedeva se fosse pronto a rassegnare le sue dimissioni, rispondeva che lo avrebbe fatto solo se la richiesta fosse arrivata direttamente dal premier Giuseppe Conte. Che pero' non si e' mai espresso.

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